La nostra associazione è intervenuta ad aggiornare le paline descrittive delle Chiese di Montecorvino e San Nicola, intervento necessario in quanto le cornici si presentavano deteriorate. Ci teniamo a ricordare che le nostre iniziative per il decoro urbano della città di Catanzaro sono volontarie e senza contributi di enti pubblici. I cittadini possono sostenere le nostre iniziative firmando e trascrivendo nella dichiarazione (modello 730 o Unico) alla voce 5×1000 il nostro Codice fiscale: 97048300789. Grazie mille!



Un pò di storia delle due chiese.
La Chiesa di Montecorvino fu fondata, presumibilmente, intorno al secolo XIII nell’antico e storico quartiere dei vasai, a ridosso del quartiere ebraico (successivamente detto di S. Stefano Protomartire). Il piccolo tempio sacro assunse, quindi, questo titolo «perché in quella contrada abitavano Maestri di vasi di terra» – come riporta nel 1670 Vincenzo D’Amato – (dal latino figulus – i: vasaio), i quali abitavano il luogo già in età medievale, realizzando nelle loro botteghe varie manifatture di terracotta. Con molta probabilità, fu proprio questa comunità di artigiani a prodigarsi per la costruzione del piccolo tempio sacro che, dedicato a Maria SS. delle Grazie, fu solo successivamente detto di Montecorvino, per il numero enorme di corvi che, in un dato periodo dell’anno, si annidavano tra gli alberi dei numerosi “orti urbani” ancora oggi presenti nelle vicinanze del sacro edificio. Durante tutto il ‘600, la parrocchia fu dotata di parecchie suppellettili, di parati sacri serici di manifattura catanzarese e di opere d’arte e tra queste la pala dell’antico altare maggiore raffigurante la Madonna delle Grazie con il Bambino ed ai piedi i Santi vescovi Basilio e Vitaliano. Per quanto riguarda il profilo architettonico, fino alla prima metà del 1800, l’edificio sacro aveva mantenuto pressoché inalterati, sia all’esterno che all’interno, i caratteri architettonici tipici delle chiesette catanzaresi del secolo XIII, caratterizzati da un ingresso posto ad oriente e una pianta rettangolare ad aula unica. Nel 1858 il parroco Pucci stravolse completamente l’assetto della chiesa facendo aprire la porta maggiore dal lato occidentale – dove oggi è sito il gruppo sette-ottocentesco della Pietà. Egli creò nel sito dell’antico ingresso una piccola sagrestia, trasferì l’altare maggiore nel muro limitante con il vico, ma, soprattutto, fece rimuovere l’antico soffitto di tavole per realizzare l’attuale cupola a base ottagonale con la calotta formata da otto vele, la cui struttura è composta da un sistema di elementi fittili simili a vasi chiusi, di forma cilindrica e vuoti all’interno, denominati “caroselli” o, come riportato dalle fonti storiche, “figulini”. Successivamente, nell’intradosso, fu abbellita da un ciclo di tempere raffiguranti “Scene della vita della Beata Vergine Maria”, opera di Nicola e Domenico
Pignatari che realizzarono anche il quadro di S. Rita, posto nel vano dell’antico ingresso medievale. L’esterno di ispirazione neoclassica presenta la facciata principale con il portale di ingresso architravato, preceduto da una scalinata in graniglia e sormontato da una lunetta al cui interno è una formella in terracotta raffigurante la Natività della Vergine, al di sopra della quale è posta una iscrizione in latino, “D.O.M. AC DEIPARAE NASCENTI SACRUM”, che ricorda come sin dai tempi della costruzione del tempio la comunità di Montecorvino fissò la celebrazione della festa parrocchiale all’8 settembre, giorno dedicato alla natività della B.V. Maria. L’interno, ad aula unica, conserva ancora la piccola cantoria e varie opere d’arte ascrivibili tra il secolo XVIII e XIX, tra le quali si ricorda la settecentesca tela del “Beato transito di S. Giuseppe”, quella della “Natività della Vergine” e i paramenti e le argenterie dei secc. XVII – XIX. Nella chiesa è venerata la statua di Maria SS. Bambina il cui culto fu introdotto tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo.

Chiesa di San Nicola di Morano o delle Donne XIII sec. ~ Catanzaro: è una delle chiese più antiche di Catanzaro, fatto dimostrato da un documento che attesta la vendita nel XIII secolo. Il nome delle “Donne” perché san Nicola è protettore, tra gli altri, delle donne in età da marito, attributo datogli in seguito a un fatto curioso: un vicino di casa del Santo cadde in miseria e, non potendo provvedere alla dote per le nozze delle sue tre figlie, decise di farle prostituire, ma san Nicola, venuto a sapere del fatto, passò per tre notti dalla loro casa, gettando di volta in volta dell’oro in una delle finestre, risolvendo la situazione. Secondo Luise Gariano, a fondare la chiesa sarebbe stato un contadino di Catanzaro originario di Morano Calabro (da cui il nome della chiesa) L’interno si presenta ad aula unica terminante con una profonda abside illuminata da una monofora a sesto acuto con tracce, nel suo intradosso, di pitture risalenti all’epoca della fondazione. L’aula è sormontata da una volta a padiglione, al centro della quale è l’immagine di san Nicola con suoi attributi iconografici. Al suo interno sono presenti opere d’arte come le statue di san Nicola, dell’Addolorata, san Giuseppe e del Sacro Cuore di Gesù, e un crocifisso del XVII secolo.
