Dopo il restauro dei mesi scorsi, la sezione Italia Nostra Catanzaro insieme all’associazione Cara Catanzaro e ai proprietari della Farmacia del Leone, di cui è titolare la dott.ssa Giovanna Tambato, hanno inaugurato l’insegna artistica del Leone della farmacia.
Concluse le operazioni di indagine storica, progettazione e autorizzazione alla competente Soprintendenza, la bella insegna in ferro, legno e marmo è ritornata al suo antico splendore.
Nell’ultimo decennio dell’800, la farmacia del commendator Federico Leone (1824-1907), presidente della Camera di Commercio e consigliere comunale, si trasferì al piano terra dell’elegante palazzo Fazzari, da poco edificato. Insieme ai nipoti Nicola ed Alfonso, il dottor Leone la volle arredare con pregevole mobilia, corredandola di una bella insegna, così da regalare alla città una vera e propria opera d’arte. Il progetto fu affidato ad Angelo Grossi, ebanista napoletano, direttore dell’Istituto d’Arte Applicata di Aversa, allievo del maestro fiorentino Franceschi, abile scultore del legno. Nel 1897 lo scrittore e viaggiatore inglese George Gissing volle descrivere la sua visita nella stupenda farmacia di Catanzaro dedicandole un brano nel libro Sulle rive dello Ionio:
“Cercando una pozione o una pillola ci si trova in museo d’arte dove sarebbe facile passare un’ora a studiare il banco, gli scaffali o il soffitto […] dopo aver esaminato l’interno, mi dissero di guardare la mostra, l’insegna appesa sopra l’ingresso: una specie di grifone di ferro battuto anche questo copiato da un vecchio capolavoro che mi rammentò le belle cose di ferro battuto che adornano le strade di Siena.”
Pochi anni dopo, la farmacia s’arricchì di notevoli opere d’arte con le decorazioni mirabilmente eseguite dal giovane Alfonso Frangipane, ancora studente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, in piena adesione allo spirito dell’Art Nouveau
Le operazioni di restauro e consolidamento delle parti metalliche sono state curate dal restauratore Francesco Paonessa, mentre la scultura del Leone è stata realizzato dall’artista Daniele Bianchi. Finalmente è stato restituito ai catanzaresi un bene artistico ragguardevole, uno dei simboli del nucleo storico, dimostrando fattivamente efficacia e utilità di sinergie fra privati, associazioni e cittadini, nella cura del negletto patrimonio artistico della città.
