“L’università deve voler bene alla città, basta egoismi”.
Riflessioni del fondatore dell’associazione “Cara Catanzaro”, Claudio Pileggi, in merito alla questione “Università in centro”:
“Abbiamo letto le “giustificazioni” sulla promessa, poi non mantenuta, di allocazione in centro del corso di Farmacia e abbiamo letto le conseguenti reazioni sfavorevoli di un consigliere comunale e soprattutto del Sindaco Fiorita. E quindi, poiché la nostra associazione si batte da anni per far capire a chi di dovere quanto sarebbe utile a tutti rimediare almeno in parte alla scellerata scelta di allocare nel nulla di località Germaneto il campus universitario, sentiamo sia il caso di tornare sull’argomento.
Intanto premettiamo che siamo anche noi delusi dalla continua “indifferenza” dei vertici universitari al grido di dolore e alla richiesta di aiuto che arriva dalla città. Tutte le città universitarie traggono ricchezza, sia culturale che economica, dalla presenza degli Atenei. Corsi universitari “diffusi” nei centri storici, consentono agli stessi studenti di vivere le città 24 ore su 24, usufruendo dei servizi e delle opportunità che le stesse offrono: teatri, cinema, musei, biblioteche, archivi, parchi, negozi. A Catanzaro questo non avviene. Gli studenti sono “costretti” a vivere la loro esperienza universitaria tra le mura di quella che si può tranquillamente definire una cattedrale nel deserto. Non vivono la città (la movida serale del quartiere marinaro dove quasi tutti risiedono non si può certo definire il massimo per la loro crescita).
Il nostro Ateneo è sempre stato guidato da Rettori provenienti da altre regioni o da altre realtà. Per questo motivo avevamo posto enormi speranze dall’elezione del primo catanzarese alla guida dell’UMG, il Prof. Cuda. Lo avevamo salutato con un comunicato carico di speranze, dove gli ricordavamo il nostro grande progetto di allocazione del Campus al Pugliese (e conseguente trasferimento dell’Ospedale accanto al Policlinico per favorire così la creazione di una cittadella sanitaria finalmente integrata anche fisicamente e raggiungibile agevolmente da tutta la regione). Avevamo evidenziato come una scelta del genere risolverebbe i problemi dell’intera città e creato indubbi vantaggi che brevemente gli riassumiamo:
1) Creazione di un modernissimo polo sanitario a Germaneto, con Policlinico e Ospedale Regionale. Questo senza consumare altro suolo e costruire ulteriori mostri di cemento ma utilizzando (con i dovuti adeguamenti e ampliamenti) la struttura del Campus. Un polo sanitario facilmente raggiungibile, anche su rotaia, dall’intera regione, della quale diventerebbe indiscusso punto di riferimento;
2) conseguente trasferimento del Campus al posto dell’attuale ospedale. Qui esistono spazi enormi, ben più grandi e ampi di quelli del Campus attuale, facilmente adeguabili per pensare anche a nuovi corsi di laurea, ampliando l’offerta formativa dell’UMG, e ottenendo la creazione quindi di un polo umanistico/giuridico di alto livello che integrato tra l’altro col Parco della Biodiversità, consentirebbe di ottenere un Campus stile inglese (basti immaginare il parco, già collegato al campus, popolato dagli studenti) e ricordiamo che proprio sotto il Parco transita la linea delle Ferrovie della Calabria, quindi si potrebbe pensare a un breve prolungamento del “Pendolo” per crearvi una stazione al servizio proprio del Campus. Una parte del Pugliese potrebbe anche ospitare una casa dello studente per gli utenti delle facoltà ivi allocate, mentre le residenze attualmente presenti a Germaneto sarebbero destinate agli studenti di Medicina o come foresteria per medici e dipendenti. Una piccola casa della salute, con pronto soccorso, potrebbe essere mantenuta nell’attuale blocco del poliambulatorio del Pugliese al servizio degli utenti del centro, o anche nella struttura del Ciaccio;
3) aspetto importantissimo, si eviterebbe di consumare ulteriore suolo ed erigere un altro mostro di cemento, convertendo e adeguando invece l’esistente, sia a Germaneto che al Pugliese. Una direzione, quella di evitare il consumo di suolo, che risponde alle esigenze ormai improcrastinabili a tutela dell’ambiente e del clima. Catanzaro rappresenterebbe un esempio virtuoso in tal senso;
4) si risparmierebbero non pochi fondi, visto che gli oltre 300 milioni di euro destinati al nuovo Ospedale sembrano più che sufficienti per l’intera operazione.
Tutta la città e tutta la regione gioverebbero di una soluzione del genere. L’area di Germaneto, come detto, sarebbe agevolmente raggiungibile sia su rotaia che in auto da ogni dove, e il Pendolo sarebbe utilizzatissimo da/verso gli ospedali, sia dal quartiere Lido che da quello centro/nord. Policlinico e Ospedale avrebbero la possibilità di interagire con maggiore facilità, essendo situati a poche centinaia di metri e non a 15 km come oggi. E proprio gli studenti e i docenti sarebbero i maggiori beneficiari di questa soluzione, visto che avrebbero a disposizione un Campus, comprensivo di alloggi, ben più grande e comodo di quello attuale e in piena città, e inserito in uno dei più bei parchi esistenti in Italia. Sarebbe davvero un Campus che non avrebbe nulla da invidiare, almeno strutturalmente, ai più prestigiosi al mondo.
Nessun quartiere della città verrebbe penalizzato. Lido e Germaneto continuerebbero a ospitare gli studenti di Medicina, ma non solo, anche tutti i dipendenti fuori sede del Pugliese e del Policlinico. La zona centro/nord, attualmente la più sofferente e che necessita di urgente intervento di ripopolamento e ringiovanimento, ospiterebbe il Campus con tutti i benefici conseguenti. Un Campus che diventerebbe un vero fiore all’occhiello, specie se si consideri la sua naturale integrazione con il meraviglioso Parco della Biodiversità.
In subordine, tanti sono gli stabili presenti in centro che potrebbero ospitare alcune facoltà: pensiamo soprattutto all’Ex Intendenza di Finanza in piazza Le Pera (ben 6.700 metri quadrati in uno stabile prestigioso e attualmente in vendita); pensiamo alla Caserma Triggiani, ormai sottoutilizzata; pensiamo all’ex albergo centrale su Corso Mazzini; pensiamo alla Caserma Pepe, anche questa sottoutilizzata.
Come vede, prof. Cuda, le possibilità non mancano. Basta avere voglia di dare una mano alla sua città. Come le ha ricordato correttamente il sindaco Nicola Fiorita, studiare nel centro storico non deve essere considerato un disagio, ma al contrario una straordinaria opportunità. Inoltre, l’Ateneo non può essere pensato come una realtà avulsa dal contesto che lo ospita. Un Ateneo è parte integrante di ogni città, e non proprietà personale degli universitari. Continuiamo a nutrire grandi aspettative nella sua persona e nel suo ruolo, per favore non ci deluda come i suoi predecessori, e soprattutto non deluda il grido di dolore che le arriva da una città sofferente, la sua città”.